19 settembre 2025

La rilevanza della Cultura per la Sicurezza: cinque priorità per politiche efficaci e per ripensare le strategie di Diplomazia Culturale

di Federica Olivares

 

Consigliere Speciale per la Public Diplomacy e le Relazioni Culturali Internazionali dell’Unione Europea presso l’EEAS. Fondatrice e Direttrice del Master in Advanced Public and Cultural Diplomacy for International Relations (MAPCD).

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Il ruolo decisivo che la Cultura e la diplomazia culturale possono svolgere nella prevenzione dei conflitti e nella ricerca di Sicurezza e sviluppo sostenibile, in tempi così complessi, deve essere considerato con urgenza. Questa prospettiva è stata per la prima volta articolata da Federica Olivares nella sua veste di Special Adviser al Servizio Europeo per l’Azione Esterna (EEAS) per la Public Diplomacy dell’UE, quando l’ha presentata come keynote speech all’Assemblea Annuale degli Ambasciatori UE a Bruxelles. La sua risonanza è stata tale che il Dipartimento degli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite (UN-DESA) ha richiesto il testo per la pubblicazione in vista del Summit for the Future del settembre 2024, sottolineando l’importanza crescente della cultura nei dibattiti sulla sicurezza globale.

 

La dimensione culturale della Sicurezza è sempre stata centrale nel periodo post-Guerra Fredda, ma è divenuta particolarmente rilevante dalla fine degli anni ’80 in poi, comportando una riconfigurazione del campo della Sicurezza dai fattori materiali e militari verso forme culturali e simboliche di distintività e influenza globale. Da una prospettiva sistemica, il presupposto è che una società internazionale possa essere stabile e sostenibile solo finché i suoi membri concordano su un insieme di valori fondamentali che guidano le loro azioni. La Cultura agisce come una cinghia di trasmissione che diffonde resilienza nei tempi di crisi e come stabilizzatore nelle relazioni internazionali. Per liberare il potenziale della Cultura per la Sicurezza e tradurlo in politiche e azioni efficaci, cinque priorità appaiono oggi urgenti:

 

1. Garantire il diritto alla cultura come componente intrinseca dei diritti umani e della sostenibilità
Benché consapevoli della complessità del concetto di “diritti culturali” e delle sue diverse interpretazioni nei vari contesti, è innegabile che l’ondata di conflitti nel mondo e l’erosione delle pratiche democratiche stiano producendo una massiccia, benché spesso inosservata, erosione del diritto delle persone alla cultura in tutti i suoi aspetti: dall’accesso alla partecipazione e alla produzione, alla libera espressione e alla fruizione ed arricchimento personale attraverso esperienze culturali che determinano il nostro sviluppo come esseri umani e il nostro legame con l’umanità e il suo destino. Il profondo vuoto culturale indotto dalle guerre – con la conseguente distruzione del patrimonio culturale, e quindi della memoria e identità dei popoli – insieme all’attacco più sottile all’espressione e alla diversità culturale da parte di governi non democratici, sta producendo un arretramento globale che necessita di un’immediata consapevolezza internazionale.

 

2. Sicurezza reputazionale
"From Soft Power to Reputational Security: refocusing Public Diplomacy for a dangerous world", come la definisce il prof. Nick Cull nel suo ultimo libro, segna un cambiamento di paradigma che riguarda anche il ruolo della Cultura nelle relazioni internazionali. Per Sicurezza Reputazionale, Cull intende che “se e quando un paese è ben considerato e ritenuto rilevante dalle opinioni pubbliche internazionali, affronta meglio i momenti di crisi rispetto agli Stati sconosciuti. La Sicurezza Reputazionale è un posto sull’altura dell’immaginario globale; significa che quando arriva una sfida – che sia da un vicino che contesta la sovranità, da una secessione interna o dall’innalzamento del livello del mare – il mondo se ne cura.” Essa si rivela sia preventiva che controattiva, aiutando a neutralizzare le false narrazioni su paesi e popoli così diffuse nello spazio mediatico globale.

 

3. Diaspora Diplomacy
È un ambito in crescita della Sicurezza Reputazionale, con aspetti multidirezionali. Le diaspore possono agire come attori transnazionali, proiettando immagini e narrazioni positive e alternative delle proprie patrie, culture e storie su diverse piattaforme mediatiche. Interessanti, a questo riguardo, i nuovi account Instagram e X, @netflixgolden, che celebrano le storie della diaspora pan-asiatica su Netflix. Nella costruzione di nuove reputazioni per le diaspore, i musei possono svolgere un ruolo cruciale, poiché sono divenuti attori diplomatici affidabili, con pratiche crescenti di dialogo interculturale e valorizzazione delle espressioni culturali di paesi a rischio.

 

4. Sport Diplomacy
La rilevanza esponenzialmente crescente dello sport nel costruire ponti, promuovere inclusione sociale, generare opportunità educative facendo emergere nuovi talenti e sostenere lo sviluppo sostenibile deve essere sfruttata molto di più come potente strumento delle relazioni internazionali. I recenti grandi eventi sportivi in varie parti del mondo hanno evidenziato il ruolo dello sport nell’affrontare molti fattori di conflitto, come le disuguaglianze strutturali, grazie al suo impatto positivo in tali contesti. Questi eventi hanno testimoniato l’importanza dello sport per lo sviluppo sostenibile, specialmente in ambito educativo, sanitario e persino tecnologico, nonché la sua capacità di facilitare la costruzione della pace, data l’enfasi sulla cooperazione, lo spirito di squadra e la coesione sociale.

 

5. Gli artisti come agenti di cambiamento nel nuovo immaginario globale
L’efficacia dell’arte contemporanea e dei giovani artisti nell’immaginare nuovi scenari su “Come vivremo insieme?” è ancora fortemente sottovalutata. Al contrario, vi è un urgente bisogno delle nuove visioni degli artisti in tempi in cui l’immaginario del nostro futuro si sta riducendo. Per realizzarlo, è necessaria una radicale revisione delle strategie di finanziamento nell’ambito dell’arte contemporanea, portando più sperimentazione creativa in dialogo con il pensiero critico attraverso programmi realmente innovativi. Come ha affermato Kathryn Weir, co-direttrice della Biennale di Lagos: “Gli artisti si stanno muovendo globalmente oltre l’idea dell’opera come fine a se stessa, verso la fabbricazione di modelli generativi e prototipi per attivare nuove possibilità e realtà nel mondo”.

 

Se le cinque priorità sopra delineate sono cruciali per una strategia della Cultura per la Sicurezza in questi tempi difficili, sorge spontanea la domanda: da dove verranno i finanziamenti per le azioni necessarie? Una via promettente consiste nell’ampliare la collaborazione con il settore privato all’interno del quadro ESG (environment, social, governance). I grandi fondi d’investimento globali – oggi i principali azionisti delle multinazionali – hanno imposto regole severe e vincolanti sulla compliance ESG per le società quotate. Di conseguenza, un numero sempre maggiore di aziende cerca progetti ESG a forte impatto sociale in cui investire. Questa macro-tendenza dei mercati finanziari potrebbe rivelarsi cruciale per finanziare progetti inclusivi anche in aree regionali difficili, all’interno del più ampio quadro PPE (public-private enterprise), accrescendo così la creazione di valore sociale condiviso.